Poesia

276) Ricordi di scuola – 03/10/2023

 

 

una poesia al giorno

 

Ricordo ogni momento della mia vita scolastica

e i suoi protagonisti non sempre in positivo.

Alcuni docenti direttori e presidi

apparivano già vecchi alla mia giovane età

ma forse lo erano veramente

inetti alla vita pratica e gestionale

e subalterni ai padroni segretari

nei bilanci e nell’amministrazione

ma esperti nelle materie umanistiche

alcuni maestri di vita e portatori di principi

e valori che all’intelligenza matura 

dei nostri tempi, purtroppo risultano puerili

ridicoli e patetici: il senso dello Stato del dovere

e l’interesse pubblico preponderante.

C’erano anche quelli truffaldini e in malafede

nel lavoro e nel loro modo di proporsi

gestori solo di affari e del fondo incentivante

– il vero grosso male della Scuola –

e attivi sempre in nome del dio denaro

in tutti i corsi di aggiornamento e altre attività

per proporre ipocritamente metodi e valori

da loro mai seguiti in nessun caso.

 

La logica si ferma al cancello

nei momenti cruciali della formazione

della crescita e dell’organizzazione,

il ricordo del primo giorno di scuola

scolaro alunno e studentello

e ancora il primo giorno da insegnante

la pioggia insistente i secchi e gli ombrelli

fra a banchi a cadenzare la lezione

e poi la passione nei nuovi organi collegiali

l’attesa nervosa per i risultati

schierati con i colori della politica

fino a mattina tarda tra commenti

e recriminazioni senza orario,

la tensione nei Consigli per le cariche

lo schiaffo blasfemo al prete invadente

l’intervento farsesco dei carabinieri

in assetto di guerra con cane.

 

Ricordo ancora l’ipocrisia naturale

di chi cambia bandiera e colori

per avere sempre un vento a favore,

l’ostracismo per le sperimentazioni

di chi oggi s’erge a paladino

siamo alle solite con vergogna.

 

Scuola elementare “Principe di Piemonte” – classe quinta elementare a.s.1957/’58 – ins. M.Valerio Rotundo 

1 – Alosa Saverio di Luigi 2 – Aiello Antonio di Aiello Elvira 3 – Albanese Giuseppe di Vincenzo 4 – Basile Michele di Vincenzo 5 – Borrelli Tommaso di Luigi 6 – Buscema Francesco di Guerino 7 – Carnevale Pietro Scipione di Gennaro 8 – Cavallaro Teodoro di Florintonio 9 – Condello Aldo di Gennaro 10 – Cusato Antonio di Francesco 11 – De Simone Carmine di Francesco 12 – Drago Antonio di Raffaele 13 – Fiorenza Settimo 14 – Franzè Umberto di Cosimo 15 – Froio Giuseppe di Armando 16 – Giglio Giancarlo di Luigi 17 – Innaro Natale di Raffaele 18 – Ianni Giovanni di Domenico 19 – Lettieri Giuseppe di Giovanni 20 – Liparoti Giuseppe di Guglielmo 21 – Marzano Vincenzo di Michele 22 – Manica Alfredo di Ferruccio 23 – Mangano Giuseppe di Luigi 24 – Mele Salvatore di Luigi 25 – Messina Antonio di Francesco 26 – Milone Michele di Cosimo 27 – Nicoletta Tommaso di Cesare 28 – Prete Ercole di Francesco 29 – Prisma Salvatore di Ferruccio 30 – Proietto Franc di Michele 31 -Racco Antonio di Fedele 32 – Raimondo Pietro fu Pietro 33 – Ranieri Pasquale di Gaetano 34 – Rienzi Crescenzio di Gaetano 35 – Ripolo Carlo fu Giovanni 36 – Rodio Arturo di Giovanni 37 – Romano Antonio di Bruno 38 – Russo Ezio di Antonio 39 – Russo Marcello di Luigi 40 – Sanzone Raffaele di Salvatore 41 – Sorrentino Giuseppe di Tommaso 42 – Scicchitano Francesco di Gaetano 43 – Sinopoli Carmelo di Francesco 44 – Tricoli Cesare di Giovanni

 

La Scuola vive situazioni di marginalità

identica a quella politico-amministrativa

non riesce proprio a livello locale

a produrre un serio progetto organizzativo

che ponga effettivamente l’Istituzione

al centro dei processi di cambiamento

sul territorio di competenza in cui opera.

Troppi interessi personali, troppi egoismi

troppi localismi hanno ostacolato

l’espansione di un suo ruolo decisivo.

Per un po’ ci siamo illusi

al tempo della nuova Provincia

pensavamo che il rafforzamento

di un’autonomia diretta e decisionale

il lento formarsi di una sensibilità

e di una cultura partecipativa

ponessero le basi per un cambiamento

effettivo ed operativo nel senso di:

  1. a) autonomia come confronto
  2. b) orientamento come seria concertazione

fra tutti i diversi ordini di Scuola

per offrire ai giovani un quadro chiaro

e realistico delle loro potenzialità

e di quelle del territorio

  1. c) continuità come effettivo raccordo

dalla Materna ai Licei nell’interesse

formativo esclusivo dei discenti

non intesa come rapporti episodici

discontinui e frammentari

la Scuola insomma come punto di riferimento

di processi di trasformazione e collegata

a tutte le agenzie e alle Istituzioni

presenti e operanti in ambito locale.

 

Ricordo ogni momento della mia vita scolastica

e i suoi eventi non sempre in positivo.

Il fine della Scuola Media è la formazione

dell’uomo ma anche del cittadino secondo

i principi della nostra Costituzione in premessa

ai Programmi e a tutti i dettami normativi.

Compito spesso irrealizzabile e obiettivo

mai raggiungibile e quando in parte succede,

si parla di intervento della Provvidenza

e di altre Forze coincidenti:

solo l’opera grandissima di un Dio

e continua spiega la sopravvivenza

di ragazzi cresciuti e in qualche modo

formati a dispetto dei tentativi distruttivi

di tanti operatori scolastici scarsi.

 

In un ambiente dove le personalità sono sacre

e non tutti gli educatori sono educatori

ottenere che il ragazzo abbozzi la propria

è già un successo strepitoso.

In un Paese non completamente democratico

e dove nessuno è predisposto al rispetto

di regole leggi e Costituzione,

far capire ai discenti i diritti e i doveri

è semplicemente un miracolo o qualcosa di simile.

Da noi chi è onesto corretto e rispettoso

delle più elementari norme della convivenza

è fuori da ogni contesto un cretino un santo

e sicuramente oggetto di studi psichiatrici.

 

Se a questo si accompagna una metodologia

approssimativa e superficiale, lo studio

non assimilativo e solo per obiettivi contingenti,

la misura è colma: privata di convinzione,

privata di concrete modificazioni comportamentali,

privata di una piena vera integrale formazione.

 

Particolare unica e delicatissima

è la funzione di tutti i docenti:

con professionalità devono risolvere

una serie preliminare di problemi,

il rapporto con gli alunni

finalizzato al reciproco rispetto,

l’organizzazione delle attività,

il piano di lavoro,

il Pei e la programmazione

e non ultimo e meno importante

individualizzare i bisogni dei discenti  

e le tecniche e modalità d’intervento.

 

Scuola Media “V. Alfieri” classe terza media a.s. 1960/’61

– Adamo Carlo – Alecce Evandro – Apolloni Domenico – Asteriti Vincenzo – Attiritano Giuseppe – Belcastro Domenico – Belfiore Raffaele – De Franco Vincenzo – Dell’Uomo Biagio – Diano Ennio  – Fusto Giovanni – Gerace Pantaleone – Greco Francesco – Iannini Simeone – Isabella Vittorio – Lerose Virginio – Manfreda Giuliano – Megna Salvatore – Perri Antonio – Piperis Piero – Raimondo Leonardo – Ripolo Carlo – Ristagno Michele – Sacco Mario – Santo Pasquale – Scida Walter – Sessa Francesco – Siniscalchi Giuseppe – Sorrentino Marcello – Zocca Domenico

 

Era entusiasta la giovane professoressa

del progetto triennale Educare alla legalità

preparato con passione e voglia di far bene…

da svolgersi in situazione in giro per la città

a cogliere con occhi diretti le illegalità

quotidiane i comportamenti da evitare 

ai semafori ai parcheggi ai mercatini

agli uffici dove si fanno le file.

 

Era entusiasta la giovane professoressa

della possibile realizzazione pratica

e concreta del progetto…

I ragazzi si erano impegnati…

Nella Scuola spesso manca la cerniera

fra i modelli proposti e la realtà

di tutti i giorni, fra le leggi

la Costituzione e l’attuazione concreta…

Era entusiasta la giovane professoressa

dei risultati, delusa però della conclusione…

Diceva spesso il mio primo maestro

la nostra vita è immersa in un mondo

di comunicazione che ci permette

di esprimere i nostri pensieri

di capire le persone

di sintonizzarci con gli altri

di crescere intellettualmente

di sbloccarci psicologicamente

di superare i complessi

e di non vivere emarginati.

Ma è proprio il modello di vita

in cui siamo completamente inseriti

è l’inquisito, votato spesso a privilegiare

il linguaggio verbale e a mortificare

la dignità degli altri linguaggi.

 

Dovrebbe soprattutto la Scuola,

ma anche la società, impegnarsi

a rivalutare tutti i linguaggi

e permettere ad ognuno di esprimersi

nel modo più confacente per poter crescere

liberi e affermare la propria personalità:

chi è versato per la musica

attraverso il linguaggio musicale

altri attraverso la danza la mimica

la recitazione e spesso lo sport.

Le attività di drammatizzazione

nella prassi scolastica sono operazione

altamente educativa e formativa

al di là delle qualità tecniche,

tali da trasformarsi in dolci ricordi

nella monotonia dei fatti quotidiani.

Valorizzare la peculiarità e le abilità

di ogni singolo ragazzo è il segreto

per entrare nel loro mondo

decodificarne le caratteristiche

aiutarlo a sviluppare sentimenti

di fiducia in se stesso e autostima.

 

Liceo Ginnasio “Pitagora” classe terza sez.A a.s.1964/’65

1 – Ancora Giancarlo 2 – Attianese Pasquale G. 3 – Benevento Giovanni 4 – Berlingieri Carlo 5 – Caccavari Francesco 6 – Cizza Nicola 7 – Dell’Uomo Biagio 8 – D’Ettoris Manlio 9 – Fazia Luigi 10 – Floccari Vincenzo 11 – Giglio Giancarlo 12 – Iuliano Giuseppe 13 – Lamanna Domenico 14 – Leofante Diego 15 – Le Rose Luigi 16 – Lerose Virginio 17 – Liguori Francesco 18 – Menniti Domenico 19 – Pasquale Domenico 20 – Ripolo Carlo 21 – Scali Giuseppe 22 – Tallarico Ludovico 23 – Tricoli Giovanni

 

La nuova educazione trae fuori le potenzialità

attraverso un insegnamento che segna dentro 

incide profondamente e in rilievo

modifica i comportamenti incanalandoli.

La continuità organizzativa didattica

e gestionale diventa in quest’ottica necessaria.

Ma difficile è nella Scuola di oggi come di ieri

modificare gli schemi mentali e le abitudini

dei docenti di tutti i vari ordini di scuola.

Diverse sono le professionalità

diversi sono gli approcci e per molto tempo

 hanno lavorato su barricate diverse e a volte

contrapposte per troppi anni sono stati educati 

a considerare i colleghi avversari

giudici controllori sui quali

scaricare colpe e difetti della Scuola

e delle sue impotenti inefficienze.

All’amarezza subentra il sorriso

per le chicche degli uffici

nei rapporti epistolari con le famiglie

enti locali e vari istituzioni:

si chiede alla SS.VV. di voler predisporre

con urgenza il seguente intervento:

messa in opera di grate di ferro alle finestre

delle aule adibite alla biblioteca

alla sala professori alla 2^ segreteria

con relativi cancelli alle porte.

Tanto si chiede per la sicurezza dei locali

al fine di eventuali furti.

 

Ricordo ogni momento della mia vita scolastica

e i momenti topici non sempre in positivo.

I Consigli di classe dove sono istituzionalizzati

l’intolleranza e l’incomprensione

e si vivono situazioni di astio di rancore

e di contrapposizione vivace

che nei momenti topici della vita della scuola

– esami valutazioni periodiche e finali altro –

vengono spiattellati rimproverati

provocando ulteriori contrasti.

E’ il male peggiore dell’Istituzione

l’incapacità di lavorare insieme

di progettare insieme con vero spirito

di tolleranza di comprensione di disponibilità.

 

Gli esami dei privatisti stimolavano

nei commissari sentimenti contrastanti

di stizza comprensione e insieme di umana pietà

è uno scaricare come al solito nella scuola

le contraddizioni politiche e le difficoltà sociali

una rassegna di personaggi molto simpatici

oppure arroganti presuntuosi e superficiali:

a – la signora macellaia della macchinetta

b – il bulletto di Torino parodia stucchevole

alla Sordi di Un americano a Roma

c – l’infermiere generico del Pronto Soccorso

incompetente ma raccomandato per la carriera

dal solito arrogante politico di turno

d – il giovane emigrante che chiedeva

con naturale furbizia o innocenza

la spedizione del certificato di licenza

a domicilio in Germania la sua residenza

senza dover sostenere i prescritti esami

impossibilitato a presenziare alle prove

per motivate esigenze  di lavoro

 

e tutte le farse dei concorsi con pressioni

e varie sistematiche raccomandazioni

esperienze di varia umanità

involontariamente ma con dolo

diseducativa e a largo raggio.

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