Poesia

Evidenza – 01/05/2024

E’ evidente segno marcato d’immaturità

utilizzare ogni evento per ambizioni personali

o strumentalizzazioni di parte e di gruppi.

Ma è veramente così difficile educarci al bello,

al giusto e al vero? E’ veramente così difficile

sgrossare le nostre condotte da tante scorie

ereditate per storiche contaminazioni culturali?

Ma è proprio impossibile contagiarci delle buone

e salutari pratiche dei circuiti viziosi?

Coltiviamo le buone amicizie, rispettiamo le buone leggi

da convinti leali cittadini; giudichiamo con buon senso

e conoscenza le azioni nostre e altrui (Antichi precetti).

E’ evidente segno di maturità condividere sempre

momenti comunitari civili, viverli come strumenti

per migliorare i cammini e arginare i condizionamenti

delle schiavitù moderne, in società dominate da retorica

e asservite a ideologie divisive e politiche di parte. Dove

difficile cogliere chiare risposte a precise domande

o non confuse soluzioni a problemi concreti.

E’ anche palese segno di maturità costruire

verità condivise per l’interesse collettivo

e non frantumarle per tornaconti personali.

Onoriamo con la pratica delle virtù Dio, che è saggezza

eterna, immutabile, intelligente. Curiamo l’anima,

sacralizziamo la sua immortalità (Antichi precetti).

E’ evidente che, per cambiare indirizzi

e recuperare autonomia, in comunità schiave

di brutte abitudini, figlie di pessima storia,

subita e manipolata, c’è bisogno di un vasto

e preciso progetto politico-formativo

che coinvolga istituzioni educative e non…

Onoriamo i genitori e gli anziani, educhiamo i giovani.

Sforziamoci di essere buoni esempi per i figli, anche

per essere da loro creduti come maestri, amati come padri,

rispettati come amici (Antichi precetti).

Come non vedere la marcata ed evidente

contraddizione tra i principi e i valori da mattina

a sera sbandierati, mai e poi mai convertiti

in comportamenti e attività. Come non cogliere

l’ipocrisia quotidiana nell’evidente frattura

tra ritualità e vite plagiate; e la corruzione dilagante

e contagiosa, assurta a “valore” necessario;

e la gestione clientelare di ogni rapporto,

che ha stravolto, purtroppo da tempo, il senso

(e il riconoscimento) del merito e dei diritti.

Facciamo agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi.

Sforziamoci di condividere la pratica di una morale universale,

che non accetta alcun dogmatismo (né laico né religioso)

e non discrimina alcun essere umano (Antichi precetti).

Da “Sol per meriti e referenze” di Carlo Ripolo

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