8) Annis Domini, da un millennio all’altro – 08/01/2023
Il tempo passato è solo un ricordo
un gomitolo avvolto di morte e di vita.
Tra paure e angosce si aspetta
una veloce chiusura
o una fine che non arriva,
carichi di nuove fresche energie
si chiude un ordine un vecchio capitolo
mentre è già pronto il nuovo
che -avanzando-
lentamente sgomitola.
Era solo una leggenda
–citata per primo dallo storico Robertson-
ma aveva il supporto interpretativo di un libro santo
l’esoterico Apocalisse di san Giovanni Evangelista,
dove si parla di non più di mille anni
per il ritorno del Salvatore e la fine del mondo,
in effetti era la fine di un sistema ormai stanco
in pratica l’inizio di un nuovo modello di vita.
Un risveglio economico
antifeudale
nuovi grandi interessi stimoli
e tante curiosità culturali;
l’Europa è già pronta alle nuove avventure
alle sfide infinite nel campo dell’arte
della morale del diritto e di tutto ciò
che è oggetto ed opera del pensiero umano.
Il nuovo che avanza è un organismo vivo:
il Comune, le città fortificate, nuove relazioni
commerciali e in moneta, con le Crociate
si apriranno poi le ricche vie del Levante.
E per le classi borghesi emergenti nuove
opportunità, tecniche agricole e strumenti
migliorativi: rotazione triennale, aratro pesante,
ferro da cavallo, mulini ad acqua e vento.
Afferma il nuovo soprattuttoun vivace fervore
artistico e culturale: da Bologna a Parigi
e Salamanca la nascita delle prime università;
il Corpus iuris cancella il diritto barbarico,
le cattedrali romaniche dialogano con il cielo,
i primi frammenti di letterature romanze
rinnovano le identità nazionali, aprono
nuove vie, dilatano orizzonti e prospettive.
Il tempo passato è solo un ricordo
un gomitolo avvolto di morte e di vita.
Il secondo millennio si chiude con vecchie paure
e nuove visioni apocalittiche
proiettate sugli schermi esistenziali
da nuove macchine e tecniche infernali;
il progresso tecnico-scientifico
e il senso del limite –o del peccato-
hanno raggiunto il punto più alto di crisi
e di rottura, quasi viaggio senza ritorno.
Le città
gli Stati
si sono aperti
anche alla dimensione universale
le distanze son state annullate
le comunicazioni avvengono in tempi reali
i problemi hanno misure mondiali
e aspettano sempre risposte generali.
Una situazione che favorisce l’espansione
anche di commerci e mercati senza regole
e leggi, e già gli esperti introducono nuovi
termini ( economie mondiali e villaggio globale),
senza aver prima risolto i problemi dei Sud
del mondo, e non tener conto che ricchezza
produce ricchezza e povertà solo odio fame
miseria brutalità e grettezza…
E non considerare che la ragione
e il buon senso dell’intelletto
chiedono anche e con forza
a problemi economici così vasti
e impegnativi, risposte etico-morali,
soprattutto alle Istituzioni che hanno
responsabilità politiche ed educative,
attraverso progetti e percorsi formativi.
Per far crescere l’uomo in consapevolezza,
far capire che la globalizzazione può essere
una presa di coscienza di problemi universali,
la definizione di valori comuni
il rispetto delle peculiarità culturali dei popoli
e della sacrale dignità dell’uomo,
che non deve mai diventare un mero oggetto
di consumo e di mercato…
Non è facile.
Da operatore scolastico ho tentato
con un corso di aggiornamento:
“Educazione allo sviluppo compatibile
e alla mondialità”. A conclusione
mi è sembrato di aver seminato
Invano (con profonda amarezza)
tra terre aride e zolle secche e dure.
Il tempo passato è solo un ricordo
un gomitolo avvolto di morte e di vita,
mentre l’umana misura scandisce
con rinnovato orgoglio il tempo…
una poesia al giorno