Poesia

1) Capodanno – 01/01/2023

 

Dalle finestre

del mio paese

ogni finir d’anno

s’alzano urla

di antichi riti.

 

Crepitii continui

e liberatori.

 

I brindisi obliano

l’umana follia.

 

una poesia al giorno

 

Buon 2023 a tutti

 

 

Capodanno è la prima poesia del progetto “Un anno in versi”, con il quale ho intenzione giornalmente, per tutto il 2023, di condividere, con chi si collega al presente sito, il mio percorso poetico, del quale aggiungo di seguito alcune note di

Presentazione

I cammini servono per colmare lacune, dirimere dubbi e trovare risposte; ma per utilmente iniziare si ha bisogno di tre preliminari certezze: la mente libera, il cuore pulito e due scarponi comodi…

Il presente cammino poetico (“un anno di poesia”) è cadenzato dalle tappe nodali di piccole fatiche letterarie, che hanno accompagnato il mio itinerario di fede laica e il mio percorso formativo, scandendone le varie fasi, da quella sentimentale e primitiva, a quella della riflessione critica, da quella delle ultime emozioni e dei nostoi psicologici, a quelle della memoria, della nostalgia e della chiusura.Una piccola traccia di un cammino intenso, alla ricerca di un senso, che voglio condividere, come già detto, con gli amici e con tutti quelli che mi faranno l’onore di collegarsi al mio sito, in libertà e in poesia.

Quella poesia che traduce tutto ciò che ci portiamo dentro in modo più o meno e non sempre cosciente, attraverso un gioco continuo di ricordi e di rimozioni, nel rispetto delle tappe e delle epoche della vita individuale: l’amore, la morte, il piacere, i diritti, i doveri, l’immutabilità dei paesaggi e gli orizzonti culturali, le aberrazioni della politica, le differenze socio-culturali, i valori che danno senso, la condizione dell’uomo con le sue visioni pessimistiche e contrarie, l’artificiosità dei mezzi comunicativi e la produzione mentale, le emozioni e le riflessioni del viaggiatore pellegrino, il confine fra due mondi divisi da una soglia, che solo nella coscienza dell’uomo la pietà può congiungere, il ruolo della Scuola e degli oggetti che spesso ridono dei comportamenti umani, le proporzioni e i rapporti col divino, il panteismo, il mistero della morte, il sogno e la realtà, la forza dei ricordi, la ripetitività e le abitudini, la coscienza del tempo e il suo incedere incessante, i pensieri in libertà e da progetto, il testamento e l’avventura della conoscenza…

Quella poesia che incontra la realtà con i sentimenti traducendola in emozioni… Ed ogni volta che dallo scrigno della memoria riaffiorano pezzi e brandelli della nostra esperienza già archiviata, è come assistere ad una seduta di analisi e di introspezione. In me, il ricordo che affiora sempre con prepotenza è un albero di gelso con i suoi frutti dolci e sanguigni nel pieno della maturità, trasformandosi in metafora della vita e dello spirito di Ulisse, insieme ai tanti personaggi miti ed eroi dei libri e delle fantasie che affollano la mia mente, mi tengono compagnia, parlano al cuore e alla ragione, mi indicano la via da seguire, danno godimento e piacere o dolore e tristezza infinita quando praticano il male e l’ingiustizia…La mia vita ha ruotato attorno a questo albero, rappresentando il passato, il futuro, il presente e i desiderio di libertà.

Il primo attimo di libertà è il vagito del neonato; poi il bambino prima, il ragazzo e l’uomo subito dopo vengono intruppati, condizionati dalle regole inventate da una minoranza, educati ai pregiudizi alla malvagità… Solo pochi nel corso della vita riescono a svegliarsi dal torpore, a capire i meccanismi, a cercare una via per riacquistare e riappropriarsi della libertà perduta, a liberarsi dai condizionamenti, dai pregiudizi, dalla malvagità, dall’età che avanza…

Quell’età che porta via giovinezza entusiasmo vigoria fisica, anche se in compenso aggiunge pacatezza sobrietà gusto equilibrio e di tanto in tanto saggezza…

Quell’età che a volte sposta angolazioni e deforma le prospettive, attenua i colori, smorza i toni sonori e visivi, che spesso fa intravedere meglio il calare della sera e fa aumentare l’indignazione per le ipocrisie, le illegalità, i diritti calpestati, le ingiustizie interpretati sempre come normalità

Quell’età che fa anche intravedere, di tanto in tanto, il natale, inteso come occasione da non perdere, unica, dai più spesso non sfruttata adeguatamente in quanto si perde e si confonde nel consuntivo annuale della vita, sul ciclo delle stagioni; come occasione ripetibile e nello stesso tempo irripetibile, che cade a ridosso del solstizio d’inverno; come occasione per tutti, laici e cattolici, cristiani e ortodossi, occidentali e orientali, in quanto condivisibile è il concetto di ricerca della luce, della verità, della nascita di un nuovo ciclo di crescita, anche se in effetti natale è, come diceva Madre Teresa di Calcutta, ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano, ogni volta che riconosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza, ogni volta che permetti al Signore di rinascere per donarlo agli altri…

Comunque sia, nonostante sia giunta già la sera, in lontananza s’intravede ancora luce, che mi invita a non stoppare il mio viaggio…

 

Bisognoso di modelli ed esempi che diano

solidità e stabilità ai miei percorsi, ratificandoli

e dando loro una svolta ben precisa, si snoda

da anni verso Compostela, il mio cammino,

con bordone e conchiglia, novizio pellegrino,

tra sensi, emozioni, crisi, sentimenti, scrittura,

progetti e riflessioni, inciso a volte sulla carta o

nella coscienza, spesso sulla sabbia e nel nulla…

ma alla ricerca sempre di sapienza e virtù

 

Grazie e buona condivisione!

 

You cannot copy content of this page