Poesia

Vita tra i libri…

da anni affollano la mia mente
e mi tengono compagnia
i personaggi i miti e gli eroi
dei libri e delle mie fantasie,

e mi parlano al cuore e alla ragione
e mi indicano la via da seguire
e mi danno godimento e piacere
o dolore e tristezza infinita
quando praticano il male e l’ingiustizia…

ulisse ed ettore i primi eroi preferiti
popolarono le mie fantasie giovanili,
il primo sempre pronto e incline
a nuove esperienze, fedele alla virtute
all’avventura e alla conoscenza,
e il troiano comandante ed uomo
senza macchia e senza paura,
pronto sempre a combattere
destini dei fati e semidei,

nei racconti del cieco aedo e
per la tenacia del sognatore tedesco
che trasformò in realtà
sogni fantasie e intuizioni
sulla brulla collina di hissarlik,
davanti al gigantesco cavallo
trascinato tra feste infauste,
incubo e terrore di tante notti
travagliate e insonni…

e gli ingenui troiani che scendevano
di corsa verso le porte scee
poco però mi intrigava la storia
di elena l’affascinante
e il suo spericolato amante,
più la minuziosa ricerca di zeusi
tra le donne crotoniati le più belle,
confermate, dell’antichità
e su carta e tela fissate in eterno…

sempre sono stati i libri, la colazione
il pranzo e la cena, mai saltati
letture e studi, una vera dipendenza…
i cibi alimentari quelli sì, a volte
anche per necessità e bisogno…
una droga per me, una vera passione
un amore lungo e tenace,
un sentimento vivo e palpitante
con tutte le sfumature del caso…

fonte e principio di ogni conoscenza
e di rappresentazione esaustiva
di tutto ciò che vive sotto il cielo,
realtà categorie e comportamenti,
ho sempre considerato la bibbia
e i grandi libri di altre religioni,
ispiratori di ogni atto umano e divino
e le connesse interpretazioni
dei piccoli e grandi fatti storici…

niente è veramente nuovo
che non sia a questi libri imitato,
alle fronde dei salici di quasimodo
il salmista aveva già cantato
sui fiumi di babilonia
là sedevamo piangendo,
al ricordo di sion,
ai salici di quella terra
appendemmo le nostre cetre

o l’alta invocazione
alla madonna nera del capo nao,
maria e vergine di capocolonna,
con accenti modernamente
razzisti ed offensivi,
negra ma bella già intonava
un canto salmodiale
tra i più dolci e belli
espressi da mente divina

ogni libro un gusto diverso, diversi
stimoli che aprono la mente, viaggi
ininterrotti con la fantasia, pur fermo
nel chiuso di una piccola stanza…
letture nuove, nuove occasioni di conoscenza,
contatti e conversazioni con personaggi
e autori importanti in amicizia e
in confidenza… e ai miei bisogni interiori
di essere ampiamente soddisfatti…

trepidante per le sorti di cappuccetto rosso
e della nonna, pronto a tifare per il cacciatore,
pur non amando la caccia e lo sport
a danno di indifesi animali… ma
anche in ansia per una piccola tapina,
la cenerentola sfruttata di ogni tempo,
sempre in cerca di riscatto di rivincite
e nuove possibilità, anche per il tramite
di minimi progetti o piccole scarpe…

o in affanno per l’indifeso papero
di continuo coinvolto in avventure minimali,
insieme al superavaro zio sempre in forma
a difesa di denaro e preziosi, in lotta continua
con la banda bassotti…e ai discoli nipotini
seppur generosi come giovani marmotte…
e ancora per gli eventi del piccolo topo, gioia
di figli e genitori, che insieme a minnie porta
la sua guerra a gambadilegno il gatto cattivo…

o partecipe delle aspettazioni del tenente drogo,
invano in attesa della grande occasione,
come ogni vita sospesa e consumata,
e dei tartari un assalto anche minimo
alla poderosa fortezza bastioni
e sempre accanto per empatia al cavaliere errante,
e forse anche per dna… in guerra continua
per difendere i deboli e riparare i torti,
assieme al fido scudiero sancio panza

ma i più esaltanti erano i lunghi viaggi,
ogni lettura dava sostegno alle ali larghe
della mia grande e smisurata fantasia,
condivisi con marco polo e i suoi compagni
nel lontano catai… o quelli straordinari
di gulliver presso i più strani popoli,
tra nani omini e giganti,
alla ricerca del vero e del diverso,
in dimensioni più vivibili e sempre in pace…

e le ottanta tappe dell’intraprendente fogg
col fido e solare passpartout per scommessa
in giro per il mondo da londra e ritorno,
passando per l’italia, egitto, india,
shangai, giappone e stati uniti utilizzando
del suo tempo i mezzi di trasporto più veloci
o quelli veramente inverosimili del bislacco
e bizzarro barone di munchhausen,
ma altresì avventurosi e strabilianti…

e nei ragazzi di via paal si identificavano
i nostri giochi e le avventure della banda
di via osservanza, ai piedi dei poggi
calanchiferi che ornano la moderna kroton,
o sulla capperina nei meandri dell’antico
maniero o nel cortile della vecchia scuola,
che s’affacciava sul sacro promontorio,
tra veloci corse e gioiosi capitomboli
su carretti da mano infantili appena sgrossati…

mentre il profumo di vividi rossi gerani
mi riporta con nostalgia e amore
a quei tempi e a luoghi lontani…
che giorni intensi erano quelli…
non avevamo bisogno di sognare
un altro mondo oltre il capo…
il tredici dicembre di ogni anno bruciava
scoppiettante in serate fredde e umide,
il grande falò offerto alla santa della luce

con i ragazzi costruttori, tutt’intorno,
felici e saltellanti, custodi gelosi
di un rito antico e misterioso, inconsapevoli
di un vissuto importante… a ridosso
del solstizio d’inverno, con il sole pronto
a raggiungere della sua orbita l’apice meridionale
e l’ombra trionfare sulla luce, per un po’
ma già s’intravedono e segni e la speranza
di futuri raccolti e di nuove opportunità…

particolari sono gli odori e i sapori della carta,
sconosciuti a chi non legge, e invidiati
sono i librai per i loro contatti e la posizione
privilegiata, e a loro spesso rivolgo il mio
pensiero carico di invidia, ogni volta che
nella mia piccola biblioteca familiare, sfoglio
i libri o li spolvero o li sistemo… provando
al semplice tocco emozione, e sottile
piacere per quelli di vecchia stampa…

quanta emozione mi dava il patriottismo
sacrificale, oggi per i più anacronistico,
della coraggiosa piccola vedetta lombarda
o del tamburino sardo… quanti sentimenti
ho condiviso con l’intera classe del libro cuore,
modello prototipo di tutte le classi del mondo,
che mi ha sempre accompagnato nella scuola,
da alunno insegnante e dirigente… insieme
alla conquista della quinta c di gianni mosca…

solidarietà completa offrivo alle utopie
di platone campanella e tommaso moro,
pur consapevole della loro pratica e
impossibile concreta attuazione…
indignazione massima per l’ingiusta
pesante condanna inflitta a socrate e
affascinato dalla sublime sua coerenza,
accettazione indiscussa della pena
e rispetto totale della legge…

rifugio naturale erano i libri di avventura
e gli eroi positivi, ristoratrice pausa di ogni
affanno… e il cane buck mi aiutava
a fiutare il vento e nella scelta a seguire
il richiamo dei fratelli della foresta,
fiero sempre di ogni libertà non omologabile…
e con ivanhoe robin hood e sandokan
a combattere insieme ai deboli e gli oppressi
contro le angherie i soprusi e le ingiustizie…

suggestione e attrattiva mi spingevano pure
verso il mistero e il mondo delle profezie…
con trepidazione divoravo tutto sui maya malachia
merlino e i testi di nostradamus o del calabrese
abate giovacchino di spirito profetico dotato,
e la sua speranza apocalittica nell’età del padre,
fino al recente nome della rosa… e
sempre presente pitagora, la sua scuola, il dibattito
massonico e tutto l’esoterismo successivo…

nel cinema, protesi di libri e di letture, s’innestava
la voglia di conoscere il bello e di calarmi
negli eroi di carta… fonte di arricchimento
culturale e piacevole e diffuso godimento interiore…
come si può vivere senza libri e senza immagini?…
tra i crucci che avrò dinnanzi alla morte,
sarà forse non aver avuto tempo per leggere e
toccare tutti i libri del mondo, con la speranza
che sia possibile nella grande biblioteca celeste…

presente è nei libri tutto ciò commuove, si muove
e vive in natura… l’acqua la terra l’aria e il fuoco,
come nei personaggi di alvaro, indimenticabili
protagonisti di modelli di vita, ormai resettati,
ma da me vissuti e conosciuti… o nei paesaggi
a me tanto cari: la valle del buonamico,
ricca di pietre simili alle meteore e alle altre
in cappadocia…o la durezza del tenace e
inimitabile alfieriano volli fortissimamente volli

e l’assurda coerenza dell’amato straniero di camus…
il cammino di Santiago tra sacro e profano alla ricerca
di un graal, e il fiero ammonimento del cid campeador,
pur nel riposo, contro i mori invasori, dalla cattedrale
imponente di burgos, in compagnia di altri illustri eroi
della storia spagnola…mentre altrove il complicato infinito
leopardiano si scontrava col nostro non c’era bisogno
di sognare un mondo oltre il capo nel cortile della vecchia
scuola affacciata da sempre sul sacro promontorio…

intanto l’odiosa figura del principe e del suo autore
urtava la sensibilità in chi è chiara
consapevolezza e sicura convinzione
che è la nostra coscienza a negare morale
e valori condivisibili in difesa di etiche e
libertà privatistiche, e non sempre il fine
può giustificare i mezzi… solo in parte lenita
dai sacri pensieri di pascal, rivolti
a vecchie e nuove spirituali dimensioni…

forti avvertivo i disagi e i contrasti umani,
passando da una lettura all’altra:
il fanciullino del pascoli e la cavalla storna
assecondavano le mie propensioni intimistiche,
le prigioni del pellico sentimenti di solidarietà
e indignazione politica, mentre la sintesi manichea
dello strano caso del dottor jekyll e
del signor hyde mi procurava prostrazione
vera paura e profonda angoscia…

cadono le differenze socio-culturali
nei libri e nei sogni e la verità delle cose
appare chiaramente, senza i severi filtri
di paure e riserve o dei nostri sentimenti…
solo in essi è possibile manifestare
con forza e in libertà ogni verità
privata del timore pitagorico di provocare
traumi in chi ancora non ha fortificato
gli strumenti di critica e di decodifica…

e proprio nei libri ho decifrato
le fasi e i passaggi di una generazione,
come la nostra, che non si è fatta
mancare nulla, concentrando
in un secolo tante situazioni e attività
tipiche della vita dell’uomo;
la pace e la guerra, la povertà e il benessere,
la democrazia e la dittatura, il riscatto
e le cadute, l’ordine e il disordine…

e ancora il boom economico,
le crisi di crescita, la vanga, la tecnologia
avanzata, de gasperi e berlusconi,
il sessantotto e il duemiladodici… come pure
la globalizzazione e la comunicazione e
in tempo reale you tube facebook e twitter
la posta elettronica, le webcamera,
che impediscono ormai privacy
e ogni forma di vita ricervata…

vecchie e nuove letture convivono con attivo
sincretismo nella mia coscienza… le confessioni
di agostino e l’imitazione di cristo fanno compagnia
a peter pan marcovaldo e pinocchio, sempre
pronto a giocare e saltare, in eterno conflitto
tra senso del piacere e quello più pesante del dovere…
dantes, il conte di montecristo, protagonista di una
palpitante storia, s’incontra con i tre moschettieri,
il bieco cardinale richelieu, i fratelli karamazov

mentre dickens davanti al presepe mi racconta che è
sempre possibile a natale la redenzione dall’egoismo
e l’apertura all’amore…in esilio jacopo ortis, infelice
per il sacrificio della patria e innamorato invano
di teresa, andata sposa ad altri, incontra gramsci e le sue
lettere dal carcere per condividere ideali e sentimenti…
ma altre famose lettere premono… la lettera scarlatta
e la lettera ad una professoressa, l’emilio italiano
che ha scardinato vecchi e inattivi sistemi educativi…

i libri di hesse mi hanno sempre rinviato alla nostalgia
di sangianni, tanto vicina a montagnola, la spoon river
di siddharta… la dittatura degli animali di orwell
ai modelli della società attuale, al suo declino morale,
e la resistenza di chi crede che ogni crisi ha sempre
la speranza di una ripresa… i romanzi di sciascia e
saverio montalto, che per primi hanno trattato
mafia e dintorni, aumentando lo sdegno verso chi in tutti
i tempi sfrutta e fa soprusi sugli altri, i propri simili…

e mentre proust va alla ricerca del tempo perduto,
steinbeck incontra in uomini e topi,
il romano moravia, messo all’indice
pur vendendo bene negli states…
i personaggi di svevo e le maschere
pirandelliane intanto rappresentano
le contraddizioni e i contrasti del singolo
con la società… e il principe salina è convinto
che tutto cambia perché niente cambi…

i libri annullano tempo e spazio… ogni volta
che mastro don gesualdo incontra uccialì e
la sua vita avventurosa… e il capitano nemo,
emergendo da ventimila leghe sotto i mari, visita
le cime tempestose e i luoghi innevati dove rigoni
stern ha ambientato le sue storie… e la saggezza
di totò recita per tutti la condizione umana,
che livella ogni differenza sociale e le caste
economiche… denunciate anche da marx e pasolini…   

da anni affollano la mia mente
e mi tengono compagnia
i personaggi i miti e gli eroi
dei libri e delle mie fantasie
e mi parlano al cuore e alla ragione
e mi indicano la via da seguire
e mi danno godimento e piacere
o dolore e tristezza quando
praticano il male e l’ingiustizia…

gli dei dell’olimpo, scanderberg, enea, aladino,
tom sawyer e huck finn tra i piccoli e grandi
spazi di un’america popolare, jim silver e
il pappagallo insieme al capitano flint
alla ricerca del grande tesoro, julien
in viaggio tra il rosso delle aspirazioni
e il nero delle sue inconfessabili bassezze…
lara e il dottor zivago, una dolce storia d’amore,
sullo sfondo di paesaggi da guerra e pace…


e ancora alice nel paese delle meraviglie,
dante in viaggio nella storia umana,
paolo e francesca, l’energia reattiva di ulisse,
che arricchisce e costruisce la propria identità
attraverso la diversità con cui entra in contatto…
robinson crusoe e il fido venerdì, anna frank
e il suo grande atto di accusa, renzo e lucia,
contrastati per molto tempo ingiustamente
nel loro grande sogno d’amore…

insieme alla gioia di tifare per padre cristofaro
in armi a contrastare il don rodrigo di turno e
all’imbarazzo sofferto per l’innominato e la sua
grande conversione, mentre altrove già in lotta
altri eroi son pronti alle piccole e grandi battaglie
della vita… orlando furioso alla ricerca del perduto
senno, lo sfortunato oliver twist tra patimenti e
umanità maltrattata, o l’ultimo del mohicani in guerra
a difesa di deboli contro infamie oltraggi e offese…
e come il topo firmino, che mangiava
per fame e triturava libri di grandi dimore,
fra tomi di interessante narrativa e di storia
di religione psicologia di scienze o poesia
e forse anche quelli pesanti di filosofia,
ovvero per conoscenza, pure per riscatto
e per grande amore poi, anch’io sempre,
in omnibus requiem quaesivi
et nusquam inveni nisi in angulo cum libro…

(Carlo Ripolo)

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