Poesia

329) Testimoniare Pitagora – 25/11/2023

 

 

una poesia al giorno

 

Con sincerità e tenacia, nella città di Pitagora,

vogliamo testimoniare

giorno per giorno una fede,

alla base di due colonne superstiti…

donare al mondo intero un nuovo faro di civiltà,

assieme a nuovi processi unificativi nell’economia,

nelle comunicazioni, nei modelli di vita…

 

Simbolicamente dinnanzi ai ruderi del tempio di Hera

a Samo e a quelli del tempio di Hera a Capocolonna…

coltiviamo i segnali di ogni libertà interiore

e di indipendenza spirituale…

spogliati e purificati di tutti gli interessi vili

e le passioni distruttive, che impediscono

al simile di riconoscere e amare

il simile come un fratello…

 

Per questo siamo in sintonia con chi avverte

l’istanza di un’etica mondiale, che unisca

attorno a principi condivisi

tutti gli individui e i popoli della terra…

 

Per questo siamo d’accordo con chi,

come Salvatore Mongiardo, è convinto

con prove che il messaggio di Cristo

affonda le sue radici nella Scuola pitagorica,

e che i valori di amicizia, libertà, giustizia sociale,

rifiuto del sacrificio di sangue,

comunità di vita e di beni si svilupparono

attorno al sissizio pitagorico…

 

Per questo siamo in sintonia con chi vuole

che nel cielo del mondo, entrato nel terzo millennio

con tecnologie avveniristiche ma anche

con problematiche e contraddizioni globalizzanti,

siano scritte in modo visibile per tutti

le parole scolpite nei nostri templi:

libertà, uguaglianza, fratellanza…

 

Per questo concordiamo con quelli che vogliono che parta

da Crotone un contributo al recupero culturale

di ogni centralità mediterranea…

che siano attualizzati i rapporti tra Pitagorismo ed Esoterismo

e la loro continuità nel tempo, valorizzato il messaggio,

trasmesso a tutti gli uomini dal grande pensatore,

dell’unico valore dell’uomo… la coscienza in cui brilla

la scintilla divina, che ci rende dignitosi ed uguali,

al quale non solo le istituzioni esoteriche ma il mondo intero

deve guardare come ad un faro di civiltà

che deve tornare a splendere

 

 

Per questo siamo in sintonia con chi,

nel mettere in pratica le idee che professiamo,

ha presente che l’uomo non è un essere perfetto,

ma perfettibile e che la perfezione non è uno stato di conquista,

ma la realizzazione di una pratica quotidiana;

che esiste un confine labile fra libertà e libertinaggio,

fra sapienza e saccenteria, fra forza ed arroganza;

che la meta in fondo al percorso passa per una via stretta,

tortuosa, difficile, che solo la saldezza di principi,

la fermezza di comportamenti, la consapevolezza

di essere sempre da migliorare può aiutare a percorrerla…

Per questo apprezziamo le nuove frontiere della scienza

allorquando si scopre la pulsante perennità del Pitagorismo:

i fisici Witten e Graham Green dicono che nei quark,

cioè nell’infinitamente piccolo, vibrano delle stringhe,

ciascuna delle quali emette una particolare vibrazione,

come un suono, analogo a un si bemolle o un fa diesis,

quasi a confermare la dottrina pitagorica dell’armonia delle sfere…

 

Per questo pregiamo chi, come Benedetto Croce, ritiene che

la libertà, che unita alla fratellanza ed alla eguaglianza 

forma il trinomio ispiratore di ogni istituzione, costa molto

conquistarla, ma costa molto di più mantenerla giorno per giorno;

o chi, come Bertrand Russel, ritiene Pitagora uno degli uomini

più notevoli che siano mai esistiti perché nessun altro uomo

ha avuto altrettanta influenza nella sfera del pensiero,

e che l’intera concezione di un mondo eterno rivelato

all’intelletto ma non ai sensi derivasse da lui.

Senza di lui i Cristiani non avrebbero pensato a Cristo

come al Verbo, senza di lui i teologi non avrebbero cercato

prove logiche di Dio e dell’immortalità, anche se in lui tutto

ciò era ancora implicito…

 

Per questo elogiamo chi considera Pitagora la figura

del maestro ideale, cioè di colui che riesce a mostrare

agli allievi un percorso, che misuri e controlli i desideri

e le voglie e a contenere le paure esistenziali…

 

Per questo siamo d’accordo con chi ritiene  

che ogni progetto Pitagora deve mirare a riannodare 

un filo reciso da secoli, a ricollegare il presente al passato,

a ritrovare una continuità che possa restituire

dignità e orgoglio, anche se il compito si presenta arduo,

troppe le fratture, troppi gli accadimenti storici contro,

troppi gli eventi naturali, che hanno sconvolto modelli sociali

e identità culturali. Tentare comunque è il compito di chi,

profeta eroe o semplice uomo, non si arrende al caso

o al destino, in nome della dignità e del suo valore…

 

Forse solo così potremmo essere sulla strada giusta…

sulla strada dell’attualizzazione di un pensiero,

come quello pitagorico, al quale ogni società in crisi può

e deve fare riferimento per riprendere percorsi di crescita

e di civiltà… Forse solo così può avere nuovi significati

quanto scritto sul frontone dell’antica scuola pitagorica:

Chi non sa quel che deve sapere, è un bruto fra i bruti;

chi non sa più di quel che deve sapere, è uomo fra i bruti;

ma chi sa tutto ciò che deve sapere, è un Dio fra gli uomini…

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